Intervista a Flavio Briatore

Condividi questo articolo

Ieri a Livorno c’è stato un evento dal nome super-trash, “L’alfabeto del futuro“.

Per farla breve, scorro la lista degli ospiti, scopro che tra loro c’era anche Flavione Briatorone nazionale, e m’incuriosisco.

Quindi prendo mamma e vado (che se chiedo a un mio coetaneo di accompagnarmi ad ascoltare Briatore si dileguano come criminali durante una retata).

Dopo una intro che mi ha fatto storcere la bocca quasi a spaccarmi la mandibola, finalmente inizia il suo intervento.

La prima domanda che gli fanno è la seguente:

«Cosa ne pensi del turismo di massa e come può essere innovato?»

Ed ecco la risposta che nessuno in quella sala era psicologicamente pronto a sentire.

Il turismo povero non va bene.

Secondo me con le potenzialità che ha il paese, bisogna trovare un turismo che lascia soldi all'indotto.

Il turismo povero non serve a nessuno.

Perché è un turismo che non siamo neanche attrezzati a ricevere.

E noi non possiamo permetterci di avere un "turismo delle ciabatte". È un turismo che non va bene.

Non da niente.

Assolutamente, non lascia niente sul territorio.

Per cui sporcano anche, non sono educati.

Più il turismo si alza e più c'è educazione.

C'è rispetto.

C'è rispetto per il territorio.

C'è il rispetto per le cose.

Per cui io sono completamente contro qualunque tipo di turismo così basso.

All’interno di questa risposta si annida una verità molto, MOLTO importante.

Il turismo povero NON va bene

Il turismo povero NON va bene…
 
… così come non vanno bene i clienti poveri per qualsiasi azienda.
 

Proprio come l’Italia non può permettersi turisti poveri, tu NON puoi permetterti clienti poveri.

Non ti danno niente.
 
Non ti lasciano niente.
 
(“sporcano anche”, cit.)
 
Più il livello dei tuoi clienti si alza, più c’è educazione.
 
C’è più rispetto.
 
E ci sono più SOLDI.
 
Non è per fare i moralisti e urlare come Mahmood

Pensavi solo ai soooldi, soooldi… clap clap!

Non credo di allontanarmi troppo dalla verità quando dico che le aziende girano e prosperano nel tempo grazie al denaro. Pare sempre brutto parlare di denaro, lo capisco. Io per primo avevo difficoltà.
 
Però 5 anni di economia all’università e 5 anni nel mondo del marketing e del copywriting accanto a aziende vere ti fanno vedere la realtà per quella che è.
 
Quindi la domanda che devi (o quantomeno dovresti farti) è:

Che tipo di clienti attrae il tuo marketing?

Attrae il turista cavalletta, che viene e va via lasciandosi dietro il nulla assoluto e tanti saluti…
 
… oppure avvicina a te clienti ben disposti a lasciarti il più alto guadagno possibile?
 
(ATTENZIONE: non parlo per forza di miliardari. Perché spesso questa cosa viene fraintesa con “Eh ma io non vendo ai “ricchi”. Non serve. Esistono modi in cui puoi far spendere soldi non suoi a un tuo cliente, quindi parlo proprio di introiti.)
 
Se hai dei dubbi riguardo alle differenze tra vendere a persone più o meno abbienti… lasciati rassicurare.

Il sistema decisionale di ricchi e poveri funziona allo stesso modo

Quando parliamo di come funziona il nostro cervello, stiamo parlando di un sistema decisionale che ha basi identiche per ogni essere umano.
 
È giusto necessario stare attenti a qualche sfumatura quando ci si rivolge ad uno o all’altro, pare evidente…
 
… ma sono semplicemente accorgimenti “tecnici” che vengono DOPO la comprensione di come le persone pensano e decidono.
 
 
Esistono vari sistemi per trasformare una persona da “cavalletta” a “cliente sedentario” (quindi farlo diventare un cliente che si ferma e investe nella tua azienda il maggior tempo e denaro possibile).
 
Alla base di ciascuno di questi sistemi, c’è un copywriting raffinato basato sulla neuropsicologia in grado di lavorare direttamente su quel sistema decisionale di cui ti ho accennato pochi paragrafi fa.
 

Se ne avremo l’occasione, io e Andrea saremo ben felici di darti una mano a prendere i clienti migliori e trasformarli in finanziatori a lungo termine della tua causa.

Ti basta compilare il modulo contatti che trovi qui e prenotare una chiamata gratuita.

Buon lavoro, e a prestone!